Azzerare le commissioni sul Pos: è questo il primo obiettivo nel mirino del governo Meloni. Non è però il solo obiettivo dell’esecutivo.
Allo studio del governo ci sono anche delle misure per essere coerenti con l’impegno preso con la manovra di Bilancio, quando è saltato lo stop all’obbligo di accettare i pagamenti con la carta per le transazioni sotto i 60 euro.
La maggioranza di centrodestra appare orientata a tendere una mano a commercianti e professionisti. Ovvero coloro che allo stato attuale delle cose si vedono obbligati ad accettare sempre i pagamenti col Pos, per qualunque importo. Per farlo vogliono quantomeno evitare di pagare le commissioni sugli acquisti, in particolare per quelli di piccolo importo. Si tratta, va anche detto, di commissioni che già oggi in moltissimi casi non vengono pagate.
Tra le soluzioni a cui sta pensando il governo c’è anche quella che porta a una specie di bonus Pos, per assorbire le commissioni nel credito d’imposta. Ecco come potrebbe funzionare questa agevolazione sulle commissioni dovute per i pagamenti con bancomat e carte.
Secondo quanto riferisce il Messaggero, il bonus Pos funzionerebbe come un credito di imposta per compensare i debiti fiscali del mese successivo alle spese sostenute dal negoziante o dal professionista. Nel bonus Pos rientrerebbe il 30% delle commissioni. L’agevolazione non potrebbe essere cumulata col reddito e non sarà inseribile nell’Irap, cioè la base imponibile dell’Imposta regionale sulle attività produttive.
Ogni mese il gestore del servizio Pos – cioè chi fornisce il dispositivo – dovrebbe mandare un documento ai propri clienti elencando le commissione pagate. Sul totale delle commissioni pagate andrebbe calcolato un 30% che sarebbe restituito sotto la forma di credito d’imposta. Infine il documento verrebbe inviato all’Agenzia delle Entrate. I professionisti dovrebbero avere venti giorni di tempo del mese successivo per portare a termine le procedure e trasmettere tutte le informazioni per avere il bonus.
L’ipotesi al momento è che il singolo commerciante possa chiedere il bonus Pos in autonomia, accedendo alla propria pagina dell’Agenzia delle Entrate. Andrà inserito il numero dei pagamenti ricevuti col Pos durante l’intero mese, l’importo delle commissioni e gli eventuali costi fissi, nel caso in cui dovessero esserci.
Dovrebbero essere presenti alcuni requisiti per avere il bonus Pos
Il governo dunque sembra voler includere anche un criterio economico col tetto dei 400 mila euro annuali. Invece il regime fiscale non dovrebbe rientrare nei requisiti per ottenere l’agevolazione sui pagamenti elettronici.
Oltre al bonus Pos dovrebbe trovare spazio anche un’altra misura: ridurre o azzerare le commissioni per i micro-pagamenti. Il governo vorrebbe azzerarle del tutto per i pagamenti sotto i 10 euro, con una riduzione flessibile per i pagamenti sotto i 30 euro.
Possibile anche, se questa dovesse essere la strada da intraprendere, l’introduzione di una misura sperimentare per la durata di un anno. Poi si deciderà se andare avanti o cambiare indirizzo.
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