Anche le casalinghe possono avere diritto a maturare la pensione attraverso un apposito fondo istituito dall’Inps. Vediamo nel dettaglio come funziona.
Non tutti lo sanno ma anche le casalinghe, pur trattandosi di una categoria che non percepisce un reddito derivante da una prestazione professionale, possono avere diritto a maturare la pensione di anzianità. Certo, di primo impatto, può sembrare strano affermarlo, considerato che il diritto alla pensione, di norma, scatta soltanto nel momento in cui vengono maturati un numero minimo di anni di contributi, che possono essere versati e accumulati soltanto lavorando dal cittadino.
E invece, lo stato italiano offre la possibilità di poter versare i contributi anche per questa categoria, attraverso l’adesione al “Fondo Casalinghe e Casalinghi”. Si tratta di una gestione creata appositamente dall’Istituto di Previdenza come forma di tutela verso casalinghe e casalinghi. Cittadini che si ritrovano a svolgere spesso dei lavori di cura di assistenza familiare, indispensabili alla sopravvivenza stessa del nucleo familiare, senza avere però la possibilità di poter accumulare i contributi necessari ad ottenere la pensione di anzianità.
Ma come si fa a versare i contributi per casalinghe e casalinghi, e quali requisiti occorrono per avere accesso al pensionamento?
Tutti i contributi che vengono versati in questo fondo, sono registrati e intesi come una deduzione fiscale dalla dichiarazione dei redditi. La prima cosa da fare, per i cittadini interessati, è quella di iscriversi al Fondo Casalinghe e Casalinghi dell’Inps, e iniziare dunque a versare ogni anno quanto richiesto. Da quel momento in poi, la pensione per questa categoria non potrà comunque mai essere erogata prima del compimento dei 57 anni di età da parte dell’avente diritto, e soltanto se l’importo sia superiore di almeno una, due volte l’assegno sociale. In tutti gli altri casi, il diritto all’assegno, indipendentemente dal numero di contributi versati, scatterà soltanto al compimento dei 65 anni di età dell’avente diritto.
Esiste però un’eccezione. Se la persona in questione è stata dichiarata formalmente inabile a svolgere qualsiasi tipo di attività lavorativa, lo stato concede la possibilità di andare in pensione avendo versato soltanto un minimo di 5 anni di contributi nel fondo previdenziale.
Trattandosi di un’adesione volontaria a questo fondo Inps, i contributi saranno versati attraverso dei bollettini postali, e spetta al cittadino interessato decidere l’entità della somma da versare regolarmente allo stato. Esiste però un minimo contributivo che l’Inps pretende, ed è pari a 25,82 euro, e sotto questa cifra non viene concesso di effettuare un versamento valido ai fini contributivi. Tutti i contributi che vengono versati in questo fondo, danno diritto in automatico a delle deduzioni fiscali per la famiglia, in sede di dichiarazione dei redditi.
Un anno di contributi per casalinghe e casalinghi, secondo il minimo previsto dalla legge, è dunque pari a 310 euro. Nel momento in cui si versa annualmente una somma superiore a questa, l’eccedenza verrà utilizzata per aumentare l’entità dell’importo dell’assegno, e non potrà invece essere utilizzata per l’anno successivo.
La domanda può anche essere presentata per via telematica accedendo al sito dell’Inps, e identificandosi le credenziali SPID, CIE o CNS.
Ma è anche possibile avviare questa pratica, avvalendosi dell’intermediazione di un patronato, o contattando il contact center Inps al numero gratuito 803164 da rete fissa, o al numero mobile a pagamento 06164164.
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