Il telefono cellulare è ormai diventato una presenza fissa nelle nostre vite. Non c’è praticamente – o quasi – attimo in cui non sia in nostra compagnia.
Tra social, gallerie di immagini, app e dati personali di ogni tipo si è trasformato in una sorta di copia elettronica della nostra esistenza.
Insomma, questo dispositivo ormai inseparabile è entrato in un rapporto che ormai potremmo definire intimo e confidenziale con noi. Al punto da farci dimenticare che si tratta pur sempre di un oggetto che può anche rivelarsi pericoloso.
La nostra Valentina Trogu, con la consueta precisione, ci ha informato di recente sui pericoli per la fertilità provenienti dalle onde elettromagnetiche sprigionate dallo smartphone. Senza contare che anche un oggetto di supporto al telefonino come il caricabatterie può rivelarsi estremamente pericoloso se usato in maniera indiscriminata (ovvero se lasciato costantemente attaccato alla presa).
Poi c’è un’altra insidia che può rivelarsi veramente fatale. Si tratta dell’abitudine sempre più diffusa – in particolare tra Millennial e i giovanissimi della Generazione Z – di portare con sé lo smartphone anche in quando si va in bagno. Il rischio, neanche a dirlo, è di utilizzarlo in presenza di acqua. Magari mettendolo in carica mentre è appoggiato sul bordo del lavandino o della vasca. Dimenticando che il binomio acqua-elettricità è potenzialmente mortale: il rischio di folgorazione può essere dietro l’angolo.
È lo stesso rischio che corriamo usando qualsiasi apparecchio elettrico in bagno: rasoio, phon, epilatore. Lo smartphone non fa eccezione. Quando è collegato al caricabatterie infilato nella presa della corrente è pericoloso come tutti gli altri dispositivi alimentati a elettricità. Per il semplice fatto che se dovesse accidentalmente cadere in acqua oppure essere maneggiato con le mani bagnate rischiamo che una scarica di corrente elettrica fluisca dallo smartphone alla terra passando attraverso noi. Con esiti potenzialmente mortali.
A quanto si sa è quanto accaduto alla sedicenne di Montefalcione, in provincia di Avellino, morta nella serata di martedì a causa di una disattenzione fatale. Stava facendo il bagno e contemporaneamente chiacchierava con un’amica e caricava il cellulare. Ma il telefonino a un certo punto è scivolato nella vasca piena d’acqua e la violentissima scossa innescata dal cortocircuito è stata fatale alla ragazza. Per lei non c’è stato niente da fare.
Una tragedia che purtroppo non è una prima volta. Negli ultimi anni, e non soltanto in Italia, circostanze simili si sono ripetute in più occasioni. A dimostrazione che il cellulare, per quanto sia diventato una specie di estensione della nostra personalità a volte va sconnesso dalle nostre esistenze. In particolare nelle situazioni in cui può rivelarsi davvero pericoloso o addirittura mortale, come in bagno. Forse la cosa migliore è evitare direttamente di portarselo dietro anche lì, per non cadere nella tentazione di usarlo in presenza di acqua.
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