Disastro pensioni: “Entro il 2050 ci sarà un lavoratore per ogni pensionato”

Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, sostiene che  il nostro sistema pensionistico rischia di diventare insostenibile. Basta Quota 100 e simili, serve una riforma importante e decisiva. Le dichiarazioni di Cigl e Confindustria. 

E’ allarme pensioni, a lanciarlo è il presidente dell’Inps Paquale Tridico il quale afferma, al termine di un incontro in Parlamento: “Il quadro al 2029 non è positivo, il rapporto tra lavoratori e pensionati cala dall’1,4 all’1,3 per arrivare al 2050 a uno a uno” aggiungendo che “c’è criticità nella gestione del pubblico impiego e per gli stipendi erosi dall’inflazione“.

Insomma nell’arco di meno di trent’anni nel nostro Paese si rischia di avere un pensionato per ogni lavoratore attivo, un disegno insostenibile per l’Italia. Ad aggravarne il peso le scelte dei recenti esecutivi di stimolare alla pensione anticipata senza tenere conto delle aspettative di vita e diminuendo le richieste per i contributi versati. L’esecutivo dovrà quindi rinunciare alla possibilità di una nuova Quota 100, Quota 101, 102 o 103 che invece alcuni esponenti hanno proposto in campagna elettorale?

La ministra per il Lavoro Marina Elvira Calderone afferma che “si lavorerà per trovare meccanismi di ulteriore miglioramento dell’attuale normativa vigente per quanto riguarda, in particolare, la flessibilità in uscita specialmente in riferimento alle categorie più interessate da lavori usuranti“. Per questo motivo il Governo intende “ripristinare permanentemente il Nucleo di valutazione della spesa previdenziale per meglio monitorare i fattori che influenzano la spesa consentendo una revisione sostenibile del sistema” ha concluso la ministra.

Il overno e ministero del Lavoro hanno aperto un tavolo tecnico con associazioni, sindacati e altre parti sociali per discutere di una possibile riforma delle pensioni che rinnovi profondamente il sistema e metta il tasso occupazione, tra i più bassi nell’Ue, al pari degli altri paesi d’Europa.

Da parte di Confindustria il presidente Carlo Bonomi sostiene la necessità della riforma e chiede di fermare “interventi spot come Quota 100” in quanto troppo onerosi anche perché “non creano occupazione giovanile e incidono sulle future pensioni delle persone”.

Ma i sindacati sono molto perplessi, in particolare dalla Cgil. Il suo segretario generale Maurizio Landini afferma che servono risposte in temi brevi ma che “l’incontro tra governo e sindacati sulle pensioni non è andato bene. Ci hanno indicato un primo incontro l’8 febbraio su giovani e donne, ma non abbiamo avuto nessuna risposta sui tempi con cui fare questo confronto, che per noi va fatto rapidamente, prima che venga realizzato il Def, perché serve capire se ci sono o no le risorse e la volontà politica di realizzare la riforma della legge Fornero”. 

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