Quando un invalido può lavorare? Ecco come non perdere la pensione di invalidità parziale

Quando e quanto un invalido può lavorare: ecco come non perdere la pensione di invalidità parziale. È bene fare sempre attenzione ai requisiti e ai limiti imposti dall’INPS.

La pensione di invalidità parziale è una forma di sostegno economico erogata dall’INPS ai lavoratori che, a causa di una malattia o di un infortunio, sono in grado di svolgere solo un’attività lavorativa ridotta rispetto a quella svolta prima dell’evento invalidante. Per ottenere la pensione di invalidità parziale è necessario che il lavoratore abbia maturato i requisiti previsti dalla legge e che sia in possesso di un certificato medico che attesti l’invalidità parziale.

Quando un invalido può lavorare Ecco come non perdere la pensione di invalidità parziale - 220123 nursenews.it
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Si sottolinea che la pensione di invalidità parziale può essere richiesta sia dai lavoratori dipendenti che da quelli che svolgono prestazioni autonome. La questione sollevata da una lettrice di Money.it, però, vorrebbe fare luce su quale sia effettivamente l’importo lavorativo da non superare affinché non si perda tale sostegno economico dall’INPS.

Quali sono le condizioni per non perdere la pensione di invalidità parziale

“Mio marito ha l’invalidità dell’80 per cento. Vorrei sapere se può lavorare visto che percepisce solo 300€, e se sì quale sarebbe importo che non si può superare dal lavoro in un anno per non perdere l’assegno di invalidità”. Partendo da questa legittima domanda, gli esperti di Money.it sottolineano il fatto che ogni invalido civile parziale, ovvero con invalidità compresa tra il 74 ed il 99 per cento, può mantenere l’assegno di invalidità mensile anche se presta attività lavorativa, sia pubblica che privata.

Il dubbio della donna fa riferimento a un messaggio inizialmente comunicato dall’INPS, con il quale era stato annunciato che avrebbero potuto essere esclusi dall’assegno di invalidità civile parziale tutti gli invalidi impegnati a svolgere delle attività lavorative anche minime. Con la comunicazione pubblicata in data 28 dicembre 2021, tuttavia, lo stesso Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha corretto quando precedentemente rilasciato, ribadendo invece come anche gli invalidi parziali possano svolgere un lavoro, sia dipendente che autonomo.

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Requisito importante per continuare a percepire il sostegno economico, però, è quello di non superare il limite di reddito prodotto con questa attività. Il tetto massimo che si può raggiungere, infatti, è pari a 5.391,88 euro annui per il 2023. Chiunque sia in possesso dell’assegno di invalidità parziale e, svolgendo una qualsiasi attività lavorativa superi tale limite, si vedrà decadere il riconoscimento del beneficio.

Si ricorda, infine, che l’INPS aveva subordinato la ricezione dell’assegno in questione alla totale inattività lavorativa, ovvero quella condizione in cui una persona non è in grado di svolgere alcuna attività lavorativa a causa di una malattia, un infortunio o una disabilità. È stato però con le sentenze 17388 del 2018 e 18926 del 2019 della Corte di Cassazione che l’ Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha cambiato interpretazione della norma relativa. Nel caso dell’inattività lavorativa, allora, questa è soddisfatta anche quando l’invalido parziale risulta svolgere un lavoro che però non gli permetta di superare il reddito limite sopra indicato.

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