Inflazione, le 10 città più costose d’Italia

Dati dell’Unione nazionale Consumatori dicono che l’inflazione non è identica in tutte le città del nostro Paese. Ecco la top 10 delle città in cui il costo della vita è decisamente più elevato. 

L’inflazione non è identica in tutte le città del nostro Paese. Complessivamente, a livello nazionale, l’inflazione raggiunge l’8,1%, ma ogni città ha un costo della vita più elevato, anche per altri aspetti da considerare, che si traducono in tasse, servizi e quant’altro.

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Lista città più costose in Italia per via dell’inflazione

Ci sono addirittura alcune città e non sono poche, in cui l’inflazione rilevata oltrepassa di parecchio l’inflazione a livello nazionale. Ultimamente, l’Unione Nazionale Consumatori ha fatto un elenco di quelle città che hanno un costo più elevato in Italia, per via dell’inflazione.

Leggendo questo elenco, si potrà notare un dettaglio, ossia che le città più care del nostro Paese nel 2022, sono situate tutte al Nord. Difatti, al top di questa classifica troviamo Bolzano, che ha un’inflazione di +9,7%, rispetto alla media nazionale che, come sopraccitato, si attesta a 8,1%. Questo vuol dire che le famiglie che vivono in questa città avranno un rincaro di spesa annuo che si aggira sui 2.578 euro.

In seconda posizione c’è Trento, la cui inflazione è 9,3% e il rincaro di spesa annuo è a 2.434 euro. Al terzo posto c’è Bologna, dove si rileva inflazione al 9% e costi extra annui pari a 2.245 euro. E ancora, tra le città italiane più care, ci sono, nell’ordine, Forlì e Cesena con il 9,2%, Milano, con l’8,1%, Piacenza, che si attesta al 9,1%, Ravenna che ha un’inflazione pari al 9%, Brescia, con l’8,2%, Varese, con l’8,1% come Milano, e infine Verona, con il 9% di inflazione.

Da notare Catania, che nonostante in questa lista sia al dodicesimo posto, e con un rincaro di 2.045 euro in più, ha in media l’inflazione più elevata di tutto il Paese, ossia il +10,3%.

Inflazione: le città dove è più bassa

Le città in cui l’inflazione è inferiore alla media nazionale sono Campobasso, la cui inflazione è del 7,5%, e una spesa per famiglia di 1.373 euro. In seconda posizione c’è Catanzaro, con il 7,4% e un rincaro di 1.382 euro. E ancora in terza posizione Potenza, con il 7,1%. Tra le altre città virtuose ci sono anche Ancona con il 7,2%, Reggio Calabria, con il 7,7%, Macerata, con il 7,8%, Vercelli  con il 7% e Caserta, con il 7,7%.

Questa stima è basata, come riporta Il Corriere della Sera, su un report dell’inflazione media dello scorso anno. Quello che ci si chiede è quando l’inflazione inizierà la sua discesa. Ebbene, una risposta certa a questa domanda non sarebbe in grado di darla neppure la Bce, in quanto si tratta di un fenomeno di una certa complessità, non semplice da sistemare in poco tempo, anche usando soluzioni forti come far crescere i tassi di interesse.

Per Forbes, l’inflazione dovrebbe iniziare la sua discesa durante il 2023, scendendo quindi da 8,4% a 6,3%. Non molto elevata ma neanche bassa, perché la BCE punta a farla scendere sotto il 2%. Entro questa soglia, infatti, l’inflazione non crea problemi tra fornitori e consumatori.

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A partire dal 2024, l’inflazione dovrebbe cominciare ad andare più vicino allo standard prefissato dalla BCE, attestandosi mediamente al 3,4% nel 2024 e 2,3% l’anno successivo, nel 2025. Ovviamente tutto ciò se non dovessero verificarsi ulteriori guerre economiche e politiche.

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