Continuare a lavorare dopo la pensione si può. Come funziona

In una società come la nostra dove l’assegno mensile erogato dall’Inps dopo il pensionamento spesso non è sufficiente a garantire un tenore di vita adeguato alle proprie aspettative, spesso i pensionati ricorrono alla possibilità di continuare a lavorare. Ma come funziona e come deve comportarsi il datore di lavoro? Vediamolo. 

La pensione è la fine della propria vita lavorativa oppure no? Ci sono diversi casi di persone che pur avendo chiesto il trattamento pensionistico ed essendosi di fatto ritirati dal mondo del lavoro, continuano a fornire la propria esperienza e competenza al servizio di aziende a società. Ma come funziona in questo caso il rapporto di lavoro e come può fare il pensionato per evitare di perdere l’assegno di rendita vitalizia?

Innanzitutto è bene chiarire che qualora una persona decida di percepire nuovi redditi derivanti dal lavoro, questa perde automaticamente il trattamento pensionistico in ogni caso tranne uno, ovvero che il reddito da lavoro sia occasionale e non superi il totale di 5mila euro lordi all’anno, il divieto di cumulo tra redditi da pensione e redditi da lavoro è stato abolito dal decreto legge 112/2008 che è attivo dal primo gennaio del 2009. E’ quindi possibile continuare a lavorare dopo la pensione, ma anche il datore di lavoro deve prendere degli accorgimenti particolari nel rapporto con la persona interessata.

Per quanto riguarda le questione Irpef, questo va calcolato in base alla dichiarazione dei redditi che deve tenere conto delle somme percepite durante il periodo di imposta. Bisogna tenere conto che la pensione viene interamente sospesa nel caso il reddito derivante da attività lavorativa sia superiore di tre volte la pensione minima, ovvero ai 1.573,05 euro mensili.

LA TASSAZIONE

Ma come funzionano le tasse sul lavoro nel caso in cui si sia andati in pensione? In questo caso ci si dovrà basare sull’Irpef, ovvero sull’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. Per fare un esempio se si ha una pensione media di 15mila euro l’anno, l’aliquota è fissata al 23%, così come gli altri redditi da lavoro. Questo vale a che chi percepisce una pensione sociale.

Quindi così come un normale lavoratore, anche un pensionato sarà costretto a presentare ogni anno la dichiarazione dei redditi ma per quanto riguarda il sostituto d’imposta dovrà farsi riferimento all’Inps. Bisognerà inoltre sommare entrambi i redditi, quello da lavoro e quello dell’assegno da pensione da presentare nella dichiarazione obbligatoria, e su cui verranno applicate delle tasse.

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