Superbonus 110%: spunta l’ipotesi della proroga (ma non per tutti): ecco cosa potrebbe succedere

Sarebbero soprattutto gli azzurri di Forza Italia a spingere per prorogare il bonus per le ristrutturazioni edilizie almeno fino al 2026.

Il prolungamento dell’agevolazione però non dovrebbe riguardare tutti ma solo alcune categorie. Il Mef perplesso davanti alla richiesta di prorogare il bonus, che ha già comportato un notevole esborso per le casse statali.

È l’ipotesi spuntata nelle ultime ore: estendere il Superbonus 110% fino al 2026. Ma solo per le case popolari e le cooperative. A spingere in questa direzione sarebbe Forza Italia. Gli azzurri avrebbero chiesto infatti al ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, di prolungare il bonus (scaduto nella formula piena, ovvero accessibile a tutti, nel 2022) inserendo la proroga nel decreto Milleproroghe.

A muovere i forzisti verso la rivisitazione dell’agevolazione sarebbe, riferisce il Messaggero, la volontà di facilitare i lavori di ristrutturazione per le fasce di popolazione più in difficoltà sul piano economico.

Gli emendamenti in discussione in commissione Bilancio al Senato

In queste ore saranno dunque discussi in commissione Bilancio al Senato gli emendamenti al decreto Milleproroghe relativi agli alloggi popolari – in gestione a comuni o regioni – e alle cooperative. Si ipotizza, per entrambe le categorie, una proroga del Superbonus 110% fino al 2026. Allo stato attuale delle cose, stando al dossier del Centro studi della Camera del 13 gennaio 2023 gli Iacp (Istituti autonomi case popolari) possono far leva sull’agevolazione fino a fine 2023, a condizione che facciano il 60% dei lavori entro il mese di giugno. Come si legge: «Agli interventi realizzati dagli Iacp su immobili, di proprietà o gestiti per conto dei comuni, adibiti a edilizia residenziale pubblica, ovvero dalle cooperative di abitazione a proprietà indivisa su immobili assegnati in godimento ai propri soci, la detrazione è confermata al 110% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023, purché, al 30 giugno 2023, siano stati eseguiti lavori per almeno il 60% dell’intervento complessivo».

Scetticismo da parte del Mef

La richiesta di una proroga però è stata accolta dal Ministero dell’economia con un certo scetticismo. Per quale motivo? Essenzialmente per i costi troppo elevati. Basta solo ricordare che ad oggi il Superbonus 110% è costato alle casse dello Stato, secondo i calcoli di Enea, più di 62 miliardi. Vale a dire una cifra tripla rispetto a quella stanziata originariamente.

Appare difficile anche che passino le richieste dei pentastellati sulle villette, da prorogare per loro fino alla fine del mese di giugno. Come scrive il capogruppo M5S in Commissione bilancio del Senato, Stefano Patuanelli: «Il M5S, in occasione del passaggio al Senato del dl Milleproroghe, ha presentato emendamenti per ridare slancio al Superbonus . Per consentire la fruizione del Superbonus sulle case unifamiliari, ancora con il 110%, intendiamo prorogare al 30 giugno 2023 il termine per la conclusione dei lavori e al 31 dicembre 2022 lo stato avanzamento lavori al 30%. Allo stesso modo, per consentire ancora la fruizione del Superbonus nella misura del 110% sui condomini, puntiamo a prorogare al 29 dicembre, ovvero alla data di entrata in vigore del dl Milleproroghe, il termine di adozione della delibera assembleare di esecuzione dei lavori e al 31 marzo 2023 il termine di comunicazione della Cila».

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