I matrimoni in Italia sono in aumento, un effetto del post-pandemia ma anche una scelta dettata da questioni che non sono solo sentimentali. Vediamo perché.
C’è un dato molto interessante che viene fuori a poche settimane dall’inizio di questo anno: il trend dei matrimoni è in crescita per gli italiani, con un boom già registrato nel 2022 che è forse figlio della fine della pandemia ma anche di una nuova tendenza.
Nel 2022 sono state registrate oltre 122.097 nuove unioni riferite al periodo gennaio-agosto, numeri che superano di gran lunga quelli del 2021 con 96.841 matrimoni. Siamo oltre il 26% in più e il dato non è ancora definitivo, facendo ben sperare per chi lavora nel settore che possa continuare a crescere, assorbendo gran parte della contrazione del 2020, l’anno terribile della pandemia in cui gli eventi nuziali sono stati fortemente limitati se non addirittura vietati.
Nonostante quindi le problematiche relative all’instabilità economica, l’inflazione in continua crescita e agli stipendi che hanno sempre meno capacità di acquisto, c’è da segnale che anche per il 2023 la tendenza sembra molto positiva per gli oltre 69.000 professionisti del settore nuziale che si occupano delle cerimonie.
I costi dei matrimoni
Eppure una cerimonia nuziale con tanto di cena, abiti e festa non è certo uno scherzo in quanto a spesa. Si stima un matrimonio possa costare in media tra i 20mila e i 30mila euro, con alcune differenze regionali che vanno dai 22.103 euro al Nord Italia, 27.085 euro al Centro fino al Sud con 30.337 euro. Una bella cifra.
Secondo una ricerca 7 coppie su 10 affermano che i motivi che li hanno spinti a compiere questo importante passo nella loro vita e nella loro relazione fosse l’esigenza di compiere un passo avanti nella loro storia d’amore, ma non è solo sentimento. Ci sono infatti anche delle logiche razionali che riguardano l’incertezza economica e problematiche di natura burocratica che un matrimonio sembra poter appianare. Ecco i motivi.
Perché ci si sposa
Innanzitutto è una questione di tutela del proprio partner. L’articolo 143 del codice civile stabilisce i diritti e i doveri del coniuge, in particolare sull’assistenza in caso di problematiche di salute, la coabitazione e la condivisione e collaborazione economica nell’interesse del nucleo familiare. Ci sono da considerare anche gli aspetti fiscali, cioè la detrazione delle spese mediche per il partner, la tesse scolastiche, i mutui e ovviamente la gestione dei figli per i lavoratori (si consideri che una coppia su 7 che decide di contrarre matrimonio ha già avuto un figlio da una precedente relazione).
Ci sono anche dei benefici di natura legale, ovvero i diritti che la legge non garantisce per le coppie non sposate, come per esempio questioni di eredità, di pensione di reversibilità e successione. E infine ovviamente il congedo matrimoniale dal lavoro, che permette un periodo di assenza retribuita e giustificata dal posto di lavoro che si va ad aggiungere a eventuali ferie come i preparativi per le nozze o la luna di miele.