Reddito di Cittadinanza, ecco chi può perderlo già quest’anno: le nuove disposizioni

Il Reddito di Cittadinanza sarà cancellato nel 2024, ma alcuni contribuenti potrebbero perdere il beneficio già quest’anno. Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo. 

Come aveva promesso nel corso della campagna elettorale, il governo fin dal suo insediamento è subito intervenuto per smobilitare il reddito di cittadinanza. Non si poteva naturalmente cancellare subito un sussidio così importante, che rappresenta l’unica fonte di sostentamento per milioni di famiglie in Italia. 

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Per cui, con il varo della nuova legge di bilancio 2023, si è in primo luogo deciso di modificare in senso restrittivo la misura, aumentando i criteri d’accesso e riducendo al contempo la platea dei beneficiari. Un primo cambiamento, che già nella legge di bilancio, viene presentato come il preludio alla sua definitiva cancellazione che avverrà il prossimo anno. 

Tutte queste modifiche hanno oltretutto permesso, secondo quanto dichiarato dall’esecutivo, di risparmiare rispetto all’anno scorso circa 950 milioni di euro. Un successo che però rischia di rivelarsi velleitario, se il governo non introdurrà sussidi alternativi come promesso. 

Reddito di Cittadinanza, attenzione alla nuova procedura: ecco chi rischia di perderlo

Tra le modifiche più importanti alla misura, c’è adesso l’obbligatorietà di frequentazione di un corso di formazione della durata di almeno sei mesi. Questo vale per tutti i percettori ritenuti occupabili dallo stato italiano, che perderanno il beneficio da quest’anno se non rispettano questa regola. Viene inoltre richiesta anche la compilazione della disponibilità immediata al lavoro. E dunque, a partire da quest’anno questo documento andrà necessariamente allegato alla richiesta da presentare all’Istituto di Previdenza Sociale. Tutte le richieste che non avranno questo modulo allegato, non saranno considerate valide. 

La dichiarazione di disponibilità immediata al lavoro può essere scaricata sul sito internet di MyAnpal. Viene prevista la possibilità di inviare domanda per il reddito di cittadinanza, anche a coloro che sono stati appena licenziati. Per inoltrare la documentazione all’INPS, ci si può anche avvalere della consulenza di un centro per l’impiego o di un patronato

Cambiano anche i termini di pagamento per il canone d’affitto con il sussidio

Un’altra novità riguarda il pagamento del canone d’affitto. Fino a questo momento infatti, i beneficiari del reddito di cittadinanza, si vedevano ricaricati sulla carta del sussidio, una quota che gli veniva riconosciuta espressamente come contributo all’affitto. 

A partire da quest’anno, sarà direttamente lo stato che si occuperà di corrispondere la quota d’affitto dovuta al locatore. Anche se quest’ultima disposizione non è ancora operativa, in quanto si attende il decreto attuativo che dovrebbe uscire intorno ai primi di marzo. Una delle poche note positive del decreto, è invece che viene adesso concesso ai percettori del sussidio, di poter stipulare dei contratti di lavoro intermittente o stagionale. A patto però che le prestazioni complessive non superino mai la cifra dei 3mila euro annui.

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