Obesità, è emergenza farmaci: solo 2 dottori su 5 li prescrivono, non vogliono farvi dimagrire

Ancora c’è un approccio approssimativo verso l’obesità, non trattata e curata in maniera adeguata.

Si tratta infatti di una vera e propria patologia cronica che ha bisogno di cure e farmaci appropriati, spiegano gli esperti.

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Nursenews

Il 4 marzo cade la Giornata Mondiale dell’Obesità. In questa occasione l’Associazione Medici Endocrinologi presenterà la prima Linea Guida sulla terapia del sovrappeso e dell’obesità resistenti al trattamento comportamentale nella popolazione adulta con comorbilità metaboliche.

Si tratta di terapie che, se applicate, potrebbero portare a far risparmiare all’intero Sistema sanitario nazionale la ragguardevole cifra di circa 16 miliardi di euro in 5 anni. E questo solo attraverso il controllo e la prevenzione delle complicanze associate all’obesità.

Non è facile trovare una terapia univoca. Come si usa dire: “Medico che vai, terapia che trovi”. Non capita diversamente anche alle persone affette da obesità, anche quando questa condizione è ulteriormente complicata da malattie metaboliche. La lista delle complicazioni legate all’obesità purtroppo è assai lunga: diabete, steatosi epatica, dislipidemia e ipertensione arteriosa.

Obesità, una malattia sottovalutata e sottoprescritta

Bene, stando a una ricerca portata avanti dall’Associazione Medici Endocrinologi (Ame), e da poco apparsa sulla rivista Frontiers in Endocrinology, sono solamente 2 su 5 gli specialisti che ai propri pazienti affetti da obesità, anche di grado elevato, prescrivono farmaci che sono stati approvati per questa malattia, associandoli anche a diete personalizzate e a stili di vita più salutari. In media il 30% dei pazienti italiani, in particolare, si vede curare con la metformina, un farmaco non approvato in Italia per trattare l’obesità. Invece sono somministrati in misura minore i farmaci approvati per la terapia dell’obesità. È il caso del liraglutide (utilizzato solo nel 10% dei casi) e, ancora più rari, di orlistat e naltrexone buproprione.

Insomma, siamo davanti a un fenomeno di sottoprescrizione dei farmaci. Una tendenza, spiega Renato Cozzi presidente di Ame, che sta a dimostrare come «l’assioma ‘il paziente obeso, è obeso perché mangia’, è ancora molto diffuso, anche tra i medici specialisti». Questo quando «in realtà, l’obesità non è mancata volontà o solo cattive abitudini, è una vera e propria patologia cronica che va curata valutando tutte le opzioni terapeutiche, farmaci e chirurgia compresi».

Proprio per centrare l’obiettivo di arrivare a terapie più adeguate è uscita la prima Linea Guida “Terapia del sovrappeso e dell’obesità resistenti al trattamento comportamentale nella popolazione adulta con comorbilità metaboliche”.  Si tratta di una Linea Guida che ha ricevuto l’approvazione dell’Istituto Superiore di Sanità. A redigerla è stata appunto l’Ame, che per farlo si è avvalsa della collaborazione di Adi (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica), Sio (Società Italiana dell’Obesità), Sicob (Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle Malattie Metaboliche) e Sige (Società Italiana Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva).

Obesità, la prima Linea Guida per i medici

La nuova Linea Guida, che abbina il rigore metodologico all’obiettiva e sistematica revisione della letteratura scientifica, costituisce «un nuovo punto di riferimento per tutti medici che si occupano di obesità». Così Marco Chianelli, coordinatore della Commissione Obesità e Metabolismo di Ame. È nato così un documento – della lunghezza di 373 pagine – incentrato «sulla terapia farmacologica e chirurgica nei pazienti in sovrappeso e obesi affetti da comorbilità metaboliche», spiega Chianelli. In questo modo i medici avranno a disposizione una guida fondata sulle evidenze scientifiche, in grado di fornire precise indicazioni sui cambiamenti dello stile di vita, oltre che sui farmaci e sulla chirurgia. Indicazioni che saranno preziose nelle prescrizioni ai pazienti sulla base di età, sesso, condizione socio-economica, indice di massa corporea e comorbilità presenti.

Uno degli obiettivi della nuova Linea Guida è quello di scrivere la parola fine su convinzioni sbagliate. Ad esempio, spiega Chianelli, si «sdogana la terapia medica e chirurgica», oltre a sottolineare «che prescrivere ai pazienti la terapia giusta non è solo possibile, ma anche doveroso». Infatti una cura corretta dell’obesità diminuisce il rischio che il paziente possa sviluppare le complicanze metaboliche ad essa collegate.

Obesità, una patologia cronica e invalidante

Con questa Linea Guida trova conferma «l’esistenza di una patologia cronica e invalidante, l’obesità, per la quale esistono terapie farmacologiche e chirurgiche efficaci e sicure». Ad affermarlo è Olga Eugenia Disoteo, coordinatore nazionale della Commissione Diabete Ame. L’obesità è una malattia «spesso sottodiagnosticata, stigmatizzata, trattata talvolta con indicazioni generiche e diete non sempre efficaci», evidenzia Disoteo. Per questo il nuovo documento (che «ha valore medico-legale e aiuta il medico nelle decisioni terapeutiche a garanzia dei pazienti») contribuisce anche a «dare dignità a una patologia oggi ancora negletta».

La Linea Guida stima che se le raccomandazioni contenute al proprio interno fossero tutte seguite scrupolosamente il Ssn potrebbe arrivare a risparmiare 16 miliardi di euro in 5 anni. All’interno del nuovo documento trovano spazio anche le indicazioni sui nuovi farmaci per trattare l’obesità. Come ad esempio il semaglutide, capace di ridurre il peso corporeo mediamente del 15%. Parliamo di un farmaco «già approvato dall’Aifa», spiega Chianelli, che a breve sarà disponibile a pagamento anche in Italia. Attualmente però «per i farmaci dell’obesità non è prevista rimborsabilità da parte del Ssn».

Un altro indicatore importante del cambiamento di cultura e mentalità in corso sull’obesità proviene da un fondo sanitario integrativo privato. Da quest’anno rimborserà fino a un massimo di 1000 euro all’anno il costo di liraglutide e naltrexone bupropione nel trattamento dell’obesità grave.  E c’è anche una domanda – depositata a marzo dell’anno scorso da Sio – dove si chiede alle istituzioni di riconoscere la rimborsabilità dei farmaci per l’obesità per i pazienti affetti da obesità grave o complicata.

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