Muore a 21 anni dopo il vaccino: cosa hanno fatto al padre

Decine di telefonate e mail. Nessuna risposta valida per la morte del figlio, scomparso improvvisamente alcuni mesi dopo la seconda dose di vaccino.

Un padre esasperato e avvilito si scontra contro un muro davanti alla richiesta più naturale per un genitore: sapere di cosa è morto il figlio di 21 anni. Ecco cosa è successo nelle sue parole.

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Nursenews

Per più di 25 volte ha chiamato il numero di telefono che gli avevano dato. Ha scritto anche una mail. Ma nessuno gli ha mai risposto veramente. Nagy Nagy però non si rassegna né ha intenzione di arrendersi. Vuole risposte sulla morte di suo figlio, Yaser, scomparso ad appena 21 anni poco dopo aver ricevuto la dose di vaccino anti-Covid a Rapallo, in provincia di Genova.

Nato in Egitto, cittadino italiano da trent’anni nel nostro Paese, la storia di Nagy è simile a diverse altre: storie che parlano di morti improvvise e all’apparenza inspiegabili. Tutte persone decedute e che sarebbe inumano voler ridurre a “casi”, come se fossero numeri senza importanza. Come se dietro non ci fossero affetti e legami spezzati. In questo caso, la disperazione di un padre che non si capacita della morte di un figlio. E che merita almeno di ricevere una risposta.

Morire inspiegabilmente a 21 anni

Così non è stato per Nagy Nagy, titolare di una conosciuta pizzeria di Rapallo, al quale nessuno ha notificato le cause della morte di Yaser, 21 anni, trovato senza vita nel suo letto la mattina del 16 novembre 2021. Da 15 mesi un padre cerca disperatamente di scoprire cosa abbia provocato la morte del figlio, morto all’improvviso nella sua stanza.

Intervistato da Patrizia Floder Reitter per “La Verità” il genitore rivela di aver fatto più di 25 telefonate al numero che gli è stato dato, di aver scritto anche per posta elettronica. Senza mai ricevere alcuna risposta esauriente. «Ho perso il mio cuore – dichiara Nagy al quotidiano diretto da Maurizio Belpietro – ma non mi rassegno ad una morte inspiegabile». «Il vaccino era Pfizer – spiega il genitore a “La Verità” – avevo chiesto al nostro medico di famiglia se rischiava complicanze, mi ha rassicurato che poteva farsi le punture».

Da tre anni Yaser soffriva però di attacchi epilettici documentati (la documentazione è stata esibita anche al centro vaccinale, fa sapere il signor Nagy). Il ragazzo, che frequentava il liceo scientifico di Rapallo con indirizzo sportivo, aveva fatto dello sport la sua grande passione. Ogni giorno andava in palestra e per non vedersi negare l’accesso per la mancanza del green pass si era sottoposto alle due dosi di vaccino Pfizer. Prima dose il 23 luglio 2021, seconda dose il 3 settembre.

Una morte improvvisa

Tutto normale all’apparenza. Nessuna reazione avversa e Yaser sembrava stare bene. Ma è morto all’improvviso la mattina del 16 novembre, a due mesi di distanza dalla seconda dose. Il giorno prima il 21enne come di consueto era andato a scuola, aveva fatto il solito allenamento in palestra e alla sera aveva seguito alla tv con gli amici il match (finito in parità) tra Italia e Irlanda per le qualificazioni del Mondiale in Qatar. Smaltita la delusione per il pareggio il ragazzo era rimasto un po’ in pizzeria ad aspettare che il padre finisse di lavorare. Poi tutti e due sono andati a dormire nell’appartamento sopra il locale. Alla mattina la terribile scoperta. La prima a accorgersi di quanto era successo è stata la moglie di Nagy. «Sono accorso anch’io. Era tutto freddo. Ho telefonato al 118, ma non hanno potuto fare niente», ricorda il genitore.

Yaser viene portato per un giorno all’ospedale di Lavagna, lo stesso dove era stata ricoverata Camilla Canepa, la studentessa 18enne stroncata pochi mesi prima da una trombosi devastante dopo aver ricevuto il vaccino AstraZeneca. Per lui c’è ben poco da fare se non l’autopsia. Dopo due giorni il padre se lo vede restituire per la sepoltura assieme a un numero di telefono da chiamare circa 40 giorni dopo per conoscere l’esito dell’autopsia.

Nessuna risposta e nessuna autopsia

A quel numero prova a chiamare per ben 25 volte. Gli rispondono sempre che serve più tempo, che il referto non è pronto. «Le scuse erano diverse, dicevano che si trattava di un caso complicato, che volevano vederci chiaro. Più di 25 volte ho chiamato, ma nessuno mi diceva di passare a prendere le carte sulla morte di mio figlio. Non erano mai pronte».

Il 23 gennaio, dopo l’ennesimo tentativo, gli dicono di mandare una email a una dottoressa del personale tecnico amministrativo del Dissal (dipartimento di scienza della salute dell’Università di Genova). Lui scrive subito, indicando anche il proprio numero di cellulare, ma nemmeno per mail gli arriva una risposta. Pochi giorni fa riprende in mano il telefono, ma di nuovo si sente rispondere che deve scrivere una mail.

«Più che arrabbiato, sono esasperato, avvilito», confessa il padre di Yaser. «Perché nessuno vuole dirmi di che cosa è morto mio figlio?». Il medico di base ipotizza che il ragazzo possa essere morto per un colpo al cuore. Però Yaser non soffriva di problemi cardiaci e ad ogni modo, comunque la si voglia pensare sui vaccini, una risposta a un padre che si è visto morire il figlio sarebbe dovuta.

Nel frattempo Galeazzo Bignami, deputato di Fratelli d’Italia e viceministro a Infrastrutture e trasporti, ha annunciato una proposta di legge per una Commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid. Una commissione che nelle intenzioni dovrebbe indagare su tutti gli aspetti poco chiari legati all’emergenza Covid.

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