Terremoto, cosa fare (e non fare) quando la terra trema: potrebbe salvarti la vita

La Penisola, lo sappiamo tutti, è un territorio dove il rischio di terremoti è sempre dietro l’angolo, come ci ricordano le scosse di ieri in Umbria.

Ma cosa possiamo fare per prevenire i danni e i pericolo causati dal sisma? Prevedere i terremoti è un’utopia al momento. Ma sono diverse le contromisure che possiamo adottare prima, durante e dopo una scossa. Vediamo quali sono.

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Nursenews

Abbiamo ancora tutti negli occhi le immagini del fortissimo sisma (7,8 di magnitudo) che poco più di un mese fa, nella notte tra il 5 e il 6 febbraio, ha portato morte e devastazione in Siria e Turchia. Le cifre parlano di 52 mila morti e di oltre 118 mila feriti, con più di 200 mila edifici andati distrutti. E città intere, come l’antica Antiochia, sono semidistrutte e ridotte a immense necropoli.

In questi giorni anche l’Italia trema per il terremoto, dopo le due violente scosse di terremoto avvertite nel pomeriggio di ieri, giovedì 9 marzo, in Umbria. Il terremoto ha avuto come epicentro Umbertide, nella zona di Perugia.

La prima scossa (di magnitudo 4.4) è stata avvertita verso le 16.05, mentre la seconda (magnitudo 4.6) in serata, intorno alle 20. E stanotte la terra ha tremato anche nelle Marche, con uno sciame sismico avvertito in provincia di Macerata dove verso le 2.12 di notte si è registrata una scossa di magnitudo 2.6.

Terremoto in Umbria, il parere degli esperti

Ancora è presto per sapere quale faglia sia stata interessata. Ma le prime ipotesi avanzate dai ricercatori guardano a quella che provocò il terremoto dell’Aquila e Amatrice, come riferisce Repubblica. Luisa Valoroso, sismologa dell’Osservatorio nazionale terremoti interpellata dal Corriere della Sera, ricorda che non c’è certezza che non ci possano essere altri sciami o, peggio ancora, terremoti più forti nella zona interessata, che comprende non solo il Perugino ma si estende all’Aretino, al Fiorentino, al Senese, al Ternano fino alle Marche, e alla costa Adriatica.

Si tratta di un’area storicamente sismica, molto studiata, dove si sono verificati terremoti di uguale intensità o anche superiore a 6. Impossibile purtroppo fare previsioni in questo campo, sottolinea l’esperta. Quanto successo ieri, ricorda la sismologa, «è un sisma associato a faglie normali, caratteristico del nostro Appennino. In parole povere, è come se il mar Tirreno tirasse da una parte e il mar Adriatico dall’altro».

Se non si possono prevedere con certezza i terremoti, è altrettanto vero che ci si può preparare ai terremoti. La prevenzione, in questo senso, è una delle armi che abbiamo a disposizione. Che fare dunque? Il Dipartimento della Protezione Civile elenca una lista di cose che possiamo fare prima, durante e dopo una eventuale scossa di terremoto.

Prima del terremoto

Ci sono diverse cose utili da fare prima di un terremoto e che possono salvarci la vita.

  • Informarci sulla classificazione sismica del nostro comune di residenza: è indispensabile sapere se ci troviamo in una zona sismica ad alto rischio.
  • Sapere quali norme occorre adottare per le costruzioni, a chi fare riferimento e le misure previste in caso di emergenza.
  • Informarci su dove si trovano e su come facciamo a chiudere i rubinetti di gas, acqua e gli interruttori della luce. Questi impianti infatti potrebbero riportare danni durante un eventuale terremoto.
  • Evitare di custodire gli oggetti pesanti su mensole e scaffali posti particolarmente in alto.
  • Fissare al muro gli arredi più pesanti. Anche in questo caso, come per gli oggetti pesanti, una scossa di terremoto potrebbe farceli cadere addosso.
  • Tenere in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile e un estintore. Oltre ad avere in casa questi oggetti che potrebbero rivelarsi fondamentali in caso di terremoto, occorre assicurarsi che tutti in famiglia sappiano dove sono collocati.
  • Informarsi a scuola o al lavoro se è stato predisposto un piano di emergenza. Sapere come muoversi in maniera organizzata, senza lasciarsi prendere dal panico, è fondamentale in un momento emergenziale come quello di un terremoto. Seguendo attentamente le istruzioni del piano possiamo collaborare durante la fase delicata della gestione dell’emergenza.

Durante il terremoto

  • Se ci troviamo all’interno di un luogo chiuso la cosa migliore da fare è cercare immediatamente di ripararci. Dove? Nel vano di una porta inserita in un muro portante (i muri più spessi), ad esempio. Oppure sotto una trave che può proteggerci da eventuali crolli durante la scossa. In alternativa possiamo ripararci anche sotto un tavolo.
  • Ricordarsi che è molto pericoloso stare vicino a mobili, oggetti pesanti e vetri. Potremmo vederceli cadere addosso. Una cosa da non fare assolutamente invece è precipitarsi in direzione delle scale. Potrebbero crollare: non di rado le scale costituiscono la parte più debole dell’edificio. Meno consigliabile ancora è usare l’ascensore (c’è un altissimo rischio di rimanere bloccati e di non poter più uscire dall’ascensore).
  • Se durante il terremoto stiamo viaggiando in auto, la cosa da non fare è sostare vicino a ponti, terreni franosi o spiagge (marine ma anche di laghi). Il ponte potrebbe lesionarsi e crollare a causa della scossa, il terreno franare. In spiaggia invece potremmo rischiare di essere investiti da onde di tsunami.
  • Se ci troviamo all’aperto, allontaniamoci da costruzioni e linee elettriche. Potrebbero crollare. Stesso discorso per gli impianti industriali.
  • Evitare di andare in giro solo per il gusto di curiosare: meglio raggiungere subito le aree di attesa indicate dal piano di emergenza comunale, evitando di avvicinarsi a potenziali pericoli.
  • Non usare il telefono e l’automobile. Per quanto possa venire naturale telefonare per assicurarsi che i nostri cari stiano bene, le linee telefoniche e le strade vanno lasciate libere per non intralciare i soccorsi.

Dopo il terremoto

  • Assicuriamoci delle condizioni di salute delle persone attorno a noi. In questo modo potremo aiutare le persone più in difficoltà e facilitare le operazioni di soccorso.
  • Non cerchiamo di muovere i feriti gravi. Sposando le persone ferite gravemente rischiamo solo di peggiorare le cose aggravando le loro condizioni.
  • Usciamo con prudenza e sempre indossando le scarpe. Per strada infatti potremmo ferirci calpestando vetri rotto, calcinacci, detriti.
  • Raggiungiamo uno spazio aperto, distante da edifici e da strutture pericolanti. Potrebbero caderci addosso.
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