Luce e gas, dopo quanto ti spengono tutto se non paghi le bollette

Quanto tempo abbiamo prima che ci stacchino tutto per non aver pagato le bollette di luce e gas? Ecco quando rischiamo il blocco totale del servizio di fornitura.

Vediamo dunque cosa succede quando non si pagano le bollette e quali sono i passaggi che il fornitore deve rispettare prima di lasciarci al buio e senza gas.

blocco luce gas
Nursenews

A parte il caso in cui il fornitore abbia ritardato a inviarci la fattura, il motivo principale per cui rischiamo il distacco del contattore è, come è facile intuire, quello di non aver proprio pagato le bollette di luce e gas. Questo soprattutto dopo aver ricevuto vari solleciti del fornitore.

In un periodaccio come quello di adesso può capitare di trovarsi in difficoltà economiche, anche momentanee, e di finire per ritrovarsi in situazione di morosità nel pagamento delle bollette. Ma cosa succede e cosa rischiamo in questo caso?

Bisogna sapere prima di tutto che non pagare la bolletta porta all’interruzione del servizio, anche in caso di una sola bolletta non pagata e di mancata risposta alle comunicazioni del fornitore che sollecitano il pagamento. Il rischio è quello di andare incontro all’interruzione del servizio per morosità. Si tratta però, va detto, di un processo che richiede del tempo. Dato che luce e gas sono due servizi primari, prima di interrompere il servizio il fornitore deve sollecitare più volte il pagamento.

Bollette non pagate: il primo sollecito

Se il cliente non paga la bolletta entro la scadenza indicata, il fornitore sollecita il pagamento con una prima comunicazione. Ma l’invio della comunicazione non avviene subito. Possono passare anche diversi giorni dopo la scadenza della bolletta. In questo caso si parla di “avviso bonario”. Generalmente è contenuto nella bolletta successiva, anche se il sollecito può arrivare singolarmente.

Ad ogni modo, c’è almeno ancora qualche giorno per mettersi in regola col pagamento.

Secondo sollecito

Se anche dopo l’avviso bonario la bolletta non viene saldata, il fornitore tornerà alla carica. Questa volta attraverso una raccomandata con ricevuta di ritorno, per assicurarsi che sia stata ricevuta la lettera con la data ultima per pagare il debito prima dell’interruzione della fornitura. La raccomandata dunque indicherà la data entro cui la bolletta dovrà essere pagata e, in caso di mancato pagamento, anche quella di sospensione della fornitura.

Quanto è lungo l’ultimo termine di pagamento della bolletta? C’è un tempo limite per pagare: non può superare i 20 giorni dalla data di emissione della raccomandata e non può essere superiore ai 15 giorni dalla data di invio della stessa raccomandata. Se entro 15 giorni da queste comunicazioni la bolletta non risulta saldata, la fornitura viene sospesa.

Terzo passo: la diffida

Ancora però non siamo arrivati allo scenario peggiore, cioè al blocco totale della fornitura energetica. Prima di staccare il contatore la compagnia fa ancora un passo: recapita una diffida tramite raccomandata o pec. Il fornitore deve prima mettere in mora il cliente inadempiente. La diffida generalmente viene recapitata entro 7-15 giorni dopo il mancato pagamento della bolletta.

Nel caso in cui il cliente non si sia deciso a pagare anche dopo la diffida, il venditore invierà una richiesta di sospensione dell’utenza. Spesso però, prima di interrompere luce e gas, il fornitore depotenzia l’utenza. Questo significa che la fornitura viene ridotta solo in parte. Nel caso della luce, la stragrande maggioranza dei contatori moderni sono elettronici. Questo permette di ridurre la loro potenza a distanza. In questo caso la riduzione è una sorta di preavviso della sospensione. La potenza viene limitata al 15%, dando modo di assicurare comunque il funzionamento dell’illuminazione e degli elettrodomestici di primaria importanza. Mettendo così anche il cliente nella condizione di accorgersi in fretta del suo stato di morosità, dato che il contatore scatta molto di frequente.

A questo punto, trascorsi altri 15 giorni dalla riduzione della potenza, se il pagamento ancora non è arrivato scatta il blocco totale della fornitura.

Bolletta luce non pagata: quanto costa pagare in ritardo

Per mettersi in regola pagando una bolletta in ritardo, si deve chiaramente versare non soltanto la somma dovuta al consumo ma anche una maggiorazione dovuta agli interessi.

Nel caso in cui il cliente paghi la bolletta dopo il primo sollecito o dopo l’invio della raccomandata (ad ogni modo entro il termine ultimo) siamo ancora all’interno del pagamento della bolletta in ritardo. I costi aggiuntivi da sostenere per il cliente ritardatario variano a seconda del mercato di riferimento:

  • Mercato tutelato: il fornitore può chiedere il pagamento degli interessi di mora per i giorni di ritardo. Gli interessi in questo caso sono pari a un tasso di riferimento fissato dalla Bce e aumentato del 3,5%. Se ad esempio il tasso di riferimento è del 2%, gli interessi da pagare sono del 5,5% su base annua.
  • Mercato libero. In questo caso bisogna far riferimento al contratto sottoscritto col fornitore per conoscere il tasso degli interessi di mora e altre eventuali spese previste.

Bolletta luce non pagata: quanto costa riattivare l’utenza sospesa

Ben diverse le conseguenze – e di conseguenza i costi – quando si verifica lo scenario peggiore, ovvero il blocco totale della fornitura. Quando l’utenza viene sospesa bisogna pagare un contributo, sia per l’interruzione che per la riattivazione. Anche in questo caso il costo varia a seconda che il cliente sia in regime di mercato tutelato o libero:

  • Mercato tutelato: il cliente dovrà pagare un contributo fisso di 26,76 euro (ridotto del 50% nel caso in cui l’utenza sia già predisposta per la telegestione), oltre a un contributo per oneri amministrativi pari a 23 euro per la riduzione della potenza Enel o per il blocco totale della fornitura. Infine dovrà versare anche un contributo fisso per oneri amministrativi, pari ad altri 23 euro per vedersi ripristinare la potenza o riattivare la fornitura.
  • Mercato libero: il cliente dovrà versare un contributo fisso di 26,76 euro (anche in questo caso è prevista una riduzione del 50% se l’utenza è già predisposta per la telegestione). A questo contributo vanno aggiunti eventualmente altri costi per la prestazione commerciale come si troverà indicato nei singoli contratti.
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