Un agente di polizia descrive nei dettagli tecniche e tattiche dell’ultima generazione di borseggiatrici. Sempre più scaltre e capaci di mimetizzarsi.
Un’utile radiografia di un fenomeno che nessuno al momento sembra in grado di arrestare e che imperversa sulle metropolitane delle grandi città come Roma e Milano.

È un fenomeno tornato prepotentemente alla ribalta in televisione: quello delle borseggiatrici che in metropolitana fanno man bassa di portafogli, cellulari e altre cose di valore. Nulla sembra poterle fermare. Tanto che continuano a muoversi senza particolari problemi malgrado foto, filmati, servizi in rete e in tv nelle varie trasmissioni. Ultimamente si sono mobilitati perfino i pendolari con ronde antiborseggio.
Ma niente, non sembrano esserci deterrenti: le borseggiatrici fanno il bello e il cattivo tempo e il fenomeno assume dimensioni sempre più preoccupanti. Tra i tanti programmi che se ne sono occupati c’è Quarta Repubblica di Nicola Porro. Un inviato della trasmissione è riuscito a intervistare l’agente Milani, in servizio nella polizia locale di Roma, per anni in prima linea nel contrasto al fenomeno del borseggio. Quando ha dichiarato durante l’intervista lascia a dir poco sconcertati.
Tecnica del “saliscendi” in metro: come funziona
L’agente ha raccontato dei suoi circa quindici anni passati a cercare di contenere il fenomeno del borseggio nella metro della Capitale, dove operava in borghese. «Ho preso almeno 600 ragazze, quasi tutte di etnia rom», spiega al giornalista di Quarta Repubblica.
Le borseggiatrici scelgono prevalentemente alcuni luoghi per mettere a segno i loro colpi. A Roma agiscono principalmente sulla tratta della metropolitana della linea B, lungo il tragitto che unisce la Stazione Termini al Colosseo. A ogni fermata intermedia va fatta grande attenzione. Anche perché col tempo le borseggiatrici si sono fatte sempre più furbe. Le ladre si muovono in maniera sempre più scaltra. Insomma, sanno bene come agire senza farsi notare.
Una delle tecniche di borseggio più gettonate, spiega il poliziotto, è quella cosiddetta del «saliscendi». Come funziona? In pratica le ragazze si posizionano su banchine della metro particolarmente affollate. Più gente c’è che spinge e fa la calca, meglio è per loro. Da lì in avanti, descrive l’agente, hanno facile gioco. «Si inseriscono tra le persone e cercano di colpire poco prima della chiusura delle porte, in modo da poter scendere quando il treno parte».
Si tratta di una tecnica predatoria, per la quale non serve particolare destrezza. La vittima si accorge di essere stata derubata. Ma ormai è troppo tardi. A quel punto le porte della metro si sono richiuse e le borseggiatrici, ottenuto ciò che volevano, sono già scese dal treno.
Borseggiatrici, ecco come si sono rifatte il «look»
Un altro fatto che mostra quanto si siano affinate le tecniche di borseggio sta nel «restyling» delle ladre. Con gli anni le borseggiatrici si sono rifatte il look, in buona sostanza. E non certo per una questione estetica o per essere alla moda, ma per camuffarsi meglio. Per gli agenti è sempre più difficile riconoscerle. Anche i poliziotti in servizio faticano a volte a individuarle.
Il motivo di questa difficoltà è presto detto: le borseggiatrici ormai si vestono come le loro coetanee italiane. A un occhio non allenato sembrano in tutto e per tutto turiste o studentesse. Un tempo, spiega ancora l’agente Milani, i vestiti che indossavano permettevano di riconoscerle come ragazze rom. Ma adesso le ladre hanno mangiato la foglia e così «sono passate a vestirsi come le 15enni italiane. Si vestono alla moda, si spacciano per studentesse o turiste, portando con loro cartine geografiche o uno zainetto».
E negli ultimi tempi, sottolinea l’agente, le ladre tendono anche a coprirsi il volto con un foulard o una mascherina. Potrebbe essere anche una contromossa dovuta alle foto e ai video che le hanno immortalate di recente. Nella gran parte dei casi si tratta sempre dello stesso gruppo di ragazze. Giovani e giovanissime fermate già decine di volte, anche una quarantina. Ma che non possono essere incriminate quando sono under 14. Mentre quando hanno più di 14 anni spesso sono incinte o allattano ancora bimbi piccoli. E così si ritorna punto e a capo, come con un gatto che si morde la coda.