Pensioni maggio 2023: panico tra i contribuenti, le pensioni potrebbero arrivare in ritardo

L’accredito delle pensioni del mese di maggio 2023 potrebbe subire dei ritardi. Qual è la causa di tale situazione?

È sempre utile, per i contribuenti, conoscere in anticipo la data di pagamento e l’importo degli assegni pensionistici. In tal modo, possono programmare serenamente i propri affari. Pensioni

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Vediamo, quindi, quali sono le prime indiscrezioni sull’erogazione delle prestazioni del prossimo mese di maggio e scopriamo quando verranno rese disponibili in Banca o alle Poste. 

Pensioni maggio 2023: quando sarà disponibile la cifra?

Tra il 2020 e il 2022, i pensionati che ricevevano l’accredito dell’importo presso Poste Italiane hanno avuto la possibilità di percepire l’assegno con quasi una settimana di anticipo, in virtù delle restrizioni dovute alla crisi pandemica. 

Con il miglioramento della situazione sanitaria, tuttavia, tale prassi è stata eliminata. 

L’INPS, dunque, ha annunciato che, a differenza dell’ultimo biennio, a maggio 2023, le pensioni non verranno pagate in anticipo. Nello specifico, l’Istituto disporrà l’accredito degli assegni presso le Banche e gli Uffici Postali solo a partire dal 2 maggio, primo giorno bancabile. Il 1° maggio, infatti, coincide con la Festa dei Lavoratori. 

Prestazioni più ricche per alcune categorie

In attesa di conoscere il calendario dettagliato dei pagamenti, è opportuno ricordare ai nostri Lettori che la nuova Legge di Bilancio ha incrementato l’importo degli assegni previdenziali pari o inferiori al trattamento minimo INPS. In particolare, il Governo ha predisposto:

  • l’aumento, da Gennaio 2023 a Dicembre 2023 (compresa la tredicesima) dell’1,5% e del 2,7% per il 2024;
  • l’innalzamento del 6,4% delle pensioni minime per gli over 65. 

Gli interessati, quindi, vedranno sul cedolino di maggio o giugno 2023 la voce relativa all’aumento. 

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Pensioni: gli aumenti per le varie fasce di reddito

Le modifiche appena illustrate non sono le uniche previste. In virtù del forte aumento del tasso di inflazione, infatti, l’ammontare delle pensioni subirà le seguenti oscillazioni, per il biennio 2023- 2024:

  • gli assegni pari o inferiori a 4 volte il trattamento minimo INPS (dunque, di circa 2.102 euro) saranno rivalutate del 7,3%;
  • le prestazioni superiori a 4 volte il trattamento minimo INPS (circa 2.102 euro) o pari o inferiori a 5 volte il trattamento minimo (circa 2.627 euro) saranno adeguate del 5,6%;
  • le pensioni superiori a 5 volte il minimo (circa 2.627 euro) e inferiori a tale soglia, maggiorata della quota di rivalutazione automatica spettante, saranno rivalutate del 4%, se pari o inferiori a 6 volte il trattamento minimo INPS (circa 3.152 euro);
  • gli assegni superiori a 6 volte il minimo (circa 3.152 euro) ma inferiori a tale limite, incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante, aumenteranno del 3,65%, se pari o inferiori a 8 volte il trattamento minimo (circa 4.203 euro);
  • le pensioni superiori a 8 volte il trattamento minimo (circa 3.152 euro) e inferiori a tale limite, incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante, saranno rivalutate del 2,92%, se pari o inferiori a 10 volte il minimo INPS (circa 5.254 euro);
  • le prestazioni superiori a 10 volte il trattamento minimo (circa 5.254 euro) e inferiori a tale limite, incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante, riceveranno un aumento del 2,6%

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Infine segnaliamo un’eccezione per le pensioni minime pari a 525,38 euro. Esse aumenteranno non del 7,3%, ma del 8,8%. Di conseguenza, l’ammontare di tali assegni sarà pari a circa 571 euro, con un incremento mensile di 46 euro.

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