Il cielo è blu? In realtà no, ecco cosa dice la scienza

Ma davvero il cielo è blu come lo vediamo? Sembra una domanda quasi provocatoria, ma al suo interno si nasconde una spiegazione scientifica complessa. 

Siamo davvero sicuri che il cielo sia blu? Potrebbe sembrare una domanda così banale, quasi provocatoria, perché in fondo, parliamo di un’evidenza scientifica che ogni essere umana attesta quotidianamente nel momento in cui sveglia, va fuori, e volge il suo sguardo verso l’alto.  

cielo blu
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In realtà, ad un’analisi più approfondita, in base anche a tutte le conoscenze scientifiche che abbiamo adesso rispetto a secoli fa, affermare che sia davvero il blu il colore del cielo è vero fino a un certo punto. 

Il cielo è davvero blu? Ecco qual’è il suo vero colore

La prima cosa da sapere è che il Sole, produce e inonda la nostra aria di tantissima luce visibile, luce visibile in diversi spettri cromatici. Nel momento in cui la luce solare si diffonde nell’aria terrestre, il blu viene diffuso in tutte le direzioni. Perché invece a volte, durante il tramonto, vediamo il cielo tingersi improvvisamente di rosso?

Si tratta di un fenomeno che si verifica in quanto durante il tramonto, la luce si ritrova a dover attraversare una quantità di aria molto grande. Il blu in questo caso viene assorbito quasi interamente dalla polvere, mischiandosi, ed è per questo che salta fuori il caratteristico colore rosso dei tramonti. E come mai invece di notte, il cielo si inscurisce emettendo però al contempo un bagliore, anche quando non viene illuminato dalla luna?

Questo è dovuto a un fenomeno chiamato dalla scienza “Airglow”, in cui gli atomi e molecole che vengono attraversati dalla luce solare, rilasciano dell’energia che acquista espandendosi diversi colori, tra cui il verde il rosso e il giallo. Questo miscuglio dà origine al blu che vediamo nei cieli. 

Perché il cielo di notte non è così luminoso? 

Una spiegazione più prettamente fisica invece, sul perché il cielo assuma questi colori di notte, è arrivata duranta e il 19esimo secolo. In quel tempo infatti un astronomo tedesco di nome Heinrich Olbers scoprì che il cielo diventa così scuro di notte, a causa della continua espansione dell’Universo. Oltretutto venne anticipato in questa sua intuizione di uno più grandi scrittori di quel secolo, Edgar Allan Poe, che per primo avanzò una nuova e innovativa teoria. A quel tempo infatti la comunità scientifica era convinta che le stelle fossero sparse nel cielo in modo tutto sommato uniforme, a causa dell’estensione infinita dell’universo.

Eppure, era una convinzione che portava a delle incongruenze, in quanto, stando davvero così le cose, il cielo di notte sarebbe dovuto restare luminosissimo proprio per la presenza massiva di tutte queste stelle luminose. Lo scrittore Allan Poe invece, fu uno dei primi letterati a contestare la presunta eternità dell’Universo, sostenendo che il cielo è scuro per il semplice fatto che la radiazione delle stelle più lontane, per quanto visibili a occhio nudo, non giunge immediatamente sulla terra.

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