Acquisti compulsivi in negozio? Ecco come ti fregano, l’ha scoperto un documentario

Di recente è uscito un documentario che racconta i trucchi con cui una grande catena di abbigliamento irlandese invoglia i suoi clienti a comprare di più. 

Non sarebbe in fondo così sbagliato affermare, che la nascita del marketing ad alti livelli è coincisa con l’apertura dei primi supermercati in America all’inizio degli anni trenta.

Acquisti compulsivi
Adobe Stock

In quel momento infatti, la grande distribuzione organizzata ha smesso di essere un semplice fornitore terzo per le vecchie botteghe di paese, decidendo di aprire un proprio punto vendita con enormi differenze rispetto alle attività commerciali esistenti. 

In primo luogo per gli spazi. Prima dell’avvento dei grandi supermercati infatti, non esistono grandi spazi in cui era possibile trovare ogni bene utile per la vita quotidiana. E naturalmente, da quel momento, tutto è stato concepito al suo interno, affinché chi entra, venga messo nella condizione di comprare quanti più beni possibili. 

Acquisti compulsivi nei negozi di abbigliamento, cosa ha scoperto il documentario su Primark

Questo è ad esempio il motivo per cui l’acqua non viene mai posizionata all’ingresso dei supermercati. Una ben precisa scelta di marketing dovuta al fatto che se no, chi si ritrova ad entrare soltanto per comprare quella, non sarà più tentato ad acquistare null’altro. Naturalmente, al giorno d’oggi queste logiche di marketing, a partire dalla disposizione della merce, vengono applicate a tutti i grandi locali commerciali esistenti. 

E di questo fenomeno ne ha parlato di recente un documentario dedicato a una delle più grandi catene di abbigliamento al mondo, la Primark. Un film nato per raccontare tutti i trucchi che i grandi rivenditori utilizzano per invogliare i propri consumatori ad acquistare quanta più merce possibile. 

Le dichiarazioni della psicologa Amna Khan

E in tal senso hanno fatto parecchio clamore le dichiarazioni rilasciate ai giornalisti all’interno del documentario da una psicologa di nome Amna Khan: Un negozio di destinazione crea un’esperienza per il consumatore, quasi come andare in un parco a tema dove tutti i tuoi sensi sono attivati e vuoi rimanere lì più a lungo Si crede che Primark compri solo grandi spazi di vendita al dettaglio e aggiunga esperienze extra come caffè e servizi di bellezza per invogliare i clienti a rimanere più a lungo nel negozio e quindi a spendere di più”.

La donna fa dunque notare come certi comfort, anche gratuiti, che spesso troviamo all’interno di questi punti di vendita, sia in realtà pensati proprio per ottenere l’effetto opposto: invogliare i propri clienti a restare quanto più possibile in queste aree commerciali, in modo da aumentare la probabilità che spendano. 

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