Sempre più bambini e adolescenti trascorrono ore in compagnia dei social network, ignorandone i pericoli per la propria salute mentale, e non solo.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un fenomeno inarrestabile che pian piano ha preso possesso delle nostre vite, in certi casi condizionandole irrimediabilmente. Stiamo parlando dei social network, e soprattutto in tempi recenti possiamo riscontrarne un utilizzo più vasto e frequente, in tutte le fasce di età.
![Ragazzi sui social network, rischio per la salute mentale](https://www.nursenews.it/wp-content/uploads/2023/06/ragazzi-social_salute-01062023-nursenews.it_.jpg)
Quelli che più ne sono assuefatti, però, sono gli adolescenti, che sovente li utilizzano per svariate ore al giorno, mettendosi inconsapevolmente in pericolo. Il pericolo maggiore che si corre non è tanto di natura fisica, questo nonostante il fatto che uno dei molteplici fattori che pregiudicano la nostra vista sia proprio il tempo passato di fronte a uno schermo.
Nel corso degli anni, in effetti, sempre più persone hanno iniziato a indossare gli occhiali, poiché sin da bambini posiamo il nostro sguardo su dispositivi elettronici, a volte anche da troppo vicino. Il vero pericolo però è silente e in agguato, e può segnare per sempre la vita dei ragazzi e dei loro genitori.
Rischio social: quali pericoli si corrono utilizzandoli eccessivamente
A lanciare l’allarme è Vivek Murthy, chirurgo degli Stati Uniti, che afferma come gli adolescenti che passano più di tre ore al giorno con i social network abbiano il doppio del rischio di sviluppare depressione e ansia. Dato particolarmente inquietante, soprattutto se si pensa che il tempo medio passato dai ragazzi sui social è di tre ore e mezza.
![Ragazzi sui social network, rischio per la salute mentale](https://www.nursenews.it/wp-content/uploads/2023/06/ragazzi-social-01062023-nursenews.it_.jpg)
Un altro problema messo in risalto da Murthy è la distorsione della percezione che si ha del proprio corpo. Quest’ultima, infatti, è condizionata soprattutto da giudizi che non vorremmo leggere, e che causano conseguentemente disturbi alimentari e bassa autostima, soprattutto nelle ragazze.
A questi pericoli si aggiunge quello forse più pericoloso. Parliamo delle challenge, sfide talvolta scriteriate, proposte da persone di ogni età e dirette a colpire menti facilmente manipolabili come quelle di ragazzi e bambini. La Blue Whale Challenge o la Blackout Challenge, due degli esempi più macabri, consistevano nel “fidelizzare” le proprie vittime e spingerle a fare cose sempre più rischiose.
Se in alcuni casi ci si è accorti per tempo di ciò che stava per accadere, in altri non si è stati fortunati in egual misura. Molti genitori, infatti, si sono ritrovati a piangere la scomparsa dei propri figli.
Per risolvere il problema, almeno in parte, bisognerebbe stabilire degli standard di sicurezza per i social network, così come li abbiamo per tutti i prodotti che utilizzano i bambini. Prendere misure per ridurre la probabilità che bambini e ragazzi siano assuefatti, ed esposti a rischi per la loro salute.