Bollette gas: il parametro che fa triplicare il prezzo

A qualcuno sarà capitato di ricevere una bolletta del gas quasi del triplo rispetto alla precedente e magari vedere il vostro vicino che paga molto meno. Questo si spiega perché il contratto di fornitura fa riferimento a un valore diverso. Vediamo quale.

Sono sempre di più gli italiani che si sono ritrovati una bruttissima sorpresa nella bolletta del gas: cifre più che triplicate nella fornitura di questo trimestre, un costo praticamente insostenibile per migliaia di cittadini che hanno lamentato questo incredibile rincaro.

Non vale per tutti. E’ incredibile a dirsi ma nonostante il fornitore sia lo stesso e vivano nella stessa città magari ad alcuni isolati di distanza, alcuni hanno ricevuto queste pesantissime bollette e altri no. La differenza non è casuale ma è stabilità dal tipo di contratto che si è andati a firmare al momento della fornitura. Coloro che hanno un contratto con riferimento Pfor (Prezzo di fornitura a copertura dei costi di approvvigionamento del gas naturale) hanno conti molto più salati rispetto a chi ha invece un Psv (Punto di Scambio Virtuale).

Cerchiamo di caprine di più. Arera, la società che si occupa della Regolazione dell’energia reti e ambiente, ha legato i contratti con Pfor al parametro dell’indice Ttf di Amsterdam che è il principale mercato energetico europeo per il gas dove in questi mesi il costo di questa materia prima è arrivato alle stelle. La stima per il futuro dei prezzi nelle previsioni del trimestre invernale è stato quindi aggiornato di conseguenza facendo crescere il costo della bollette con contratti Pfor.

Paolo Cazzaniga, esperto esperto tariffe energia di Altroconsumo, afferma al riguardo: “Chi usa il parametro Pfor è legato alle quotazioni dell’indice Ttf che è molto più volatile e instabile. In questi mesi di incertezze, soprattutto legate alla guerra in Ucraina, le quotazioni del Ttf sono state condizionate dall’insicurezza sulla continuità delle forniture e quindi si sono impennate. Il Psv invece è un indice calcolato sulla base delle quotazioni del mercato italiano: si fa la media giorno per giorno senza previsioni. È meno incerto e quindi tendenzialmente più basso”. Per questo motivo “in questo momento nel gas è meglio scegliere i contratti indicizzati al Psv, considerata la scarsità di offerte a prezzo fisso. Sarà compito di Arera valutare se, data la discesa delle sue quotazioni, il Ttf potrà tornare ad essere un punto di riferimento”.

Per Anna Vizzari, coordinatrice della consulenza giuridica Altroconsumo, in alcuni casi “l’applicazione dell’indice più alto non è legittima. La legittimità o meno dell’uso dell’indice Pfor dipende da cosa c’è scritto nel proprio contratto. Alcuni consumatori domestici ci hanno segnalato parametri diversi dal contratto firmato. Se ci sono discrepanze tra contratto e bolletta (per esempio nel contratto c’è scritto che si applica l’indice più basso PSV e poi invece applicano il parametro Pfor) allora si può fare il reclamo, poi bisogna aspettare 40 giorni e dopo si può fare la conciliazione in Arera. Ma bisogna anche verificare se nel contratto non ci sia una clausola che permetta la variazione del parametro in determinate situazioni. In questo caso la società può cambiarlo”.

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