Salta Opzione Donna? Tutta la verità sulla modifica con la legge di Bilancio 2023, i nuovi requisiti e il diritto alla pensione anticipata

Opzione Donna è stata modificata dalla Legge di Bilancio 2023, ma alcune beneficiarie potranno fruire della pensione anticipata con le vecchie condizioni.

Opzione Donna sarà in vigore per un ulteriore anno, in base a quanto stabilito dall’ultima Legge Finanziaria.

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Opzione Donna – Nursenews.it

 

Il Governo, tuttavia, ha introdotto delle importanti modifiche, relative ai requisiti di accesso alla misura. La platea delle aventi diritto si è, infatti, notevolmente ridotta.

Nonostante tali interventi, molte contribuenti potranno smettere di lavorare anche negli anni successivi, mantenendo immutati, grazie alla cristallizzazione, i requisiti raggiunti precedentemente.

Opzione Donna: a chi spetta attualmente?

In Redazione è giunto il seguente quesito:

Salve, ho maturato il diritto ad andare in pensione con Opzione Donna nel 2020, con 58 anni di età e 37 anni di contributi (sono una lavoratrice pubblica). Posso esercitare il diritto quest’anno oppure l’anno prossimo, anche se sono cambiati i requisiti? Grazie mille.”

Per esaminare la situazione della nostra Lettrice, dobbiamo, innanzitutto, illustrare quali sono le nuove condizioni per poter usufruire della pensione anticipata con Opzione Donna.

Nello specifico, il trattamento pensionistico potrà essere richiesto da coloro che, entro il 31 dicembre 2022, hanno maturato i seguenti presupposti:

  • almeno 60 anni di età (sia per le autonome sia per le dipendenti);
  • non meno di 35 anni di contribuzione.

Il requisito anagrafico, tuttavia, si riduce di 1 o di 2 anni, a seconda del numero di figli. Le lavoratrici con almeno 1 figlio, dunque, potranno accedere alla pensione anticipata con 59 anni età; quelle con 2 o più figli, a 58 anni di età.

La Legge di Bilancio 2023, inoltre, ha sancito che non tutte le contribuenti potranno accedere ad Opzione Donna, ma solo quelle appartenenti alle seguenti categorie:

  • caregivers, da almeno 6 mesi, del coniuge o di un parente di primo grado disabile grave;
  • invalide almeno al 74%;
  • licenziate o dipendenti di aziende in crisi. Per queste ultime, il requisito anagrafico è fissato a 58 anni per tutte, indipendentemente dal numero di figli.

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Decorrenza del trattamento pensionistico

Una volta conseguiti i requisiti anagrafici e contributivi, le lavoratrici devono attendere il decorso delle cd. finestre mobili, per poter ricevere la prima rata della pensione. In particolare:

  • le dipendenti riscuoteranno l’assegno dopo 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti;
  • le lavoratrici autonome, invece, avranno diritto alla prestazione dopo 18 mesi dalla data di maturazione.

Rimane, invece, invariato il ricalcolo interamente contributivo dell’importo spettante che, dunque, potrà subire delle riduzioni.

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Opzione Donna e cristallizzazione del diritto

Per fugare il dubbio della nostra gentile Lettrice, chiariamo cosa si intende per cristallizzazione del diritto alla pensione. Per mezzo di tale meccanismo, infatti, le beneficiarie potranno smettere di lavorare con Opzione Donna anche con i vecchi requisiti, se maturati entro il 31 dicembre 2021.

La cristallizzazione, infatti, consente di “congelare” il diritto al pensionamento, per poterlo utilizzare successivamente alla prima decorrenza utile, in qualunque momento, anche in caso di modifiche normative o eventuale abolizione della misura.

La Lettrice, quindi, potrà utilizzare Opzione Donna anche nel 2023 o nel 2024, con:

  • 58 anni di età, in quanto lavoratrice dipendente (è necessario aver interrotto il rapporto di lavoro). Se fosse stata un’autonoma, invece, sarebbero stati necessari 59 anni;
  • 35 anni di contribuzione.
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