Compresse, fai attenzione quando le trituri: cosa potrebbe succederti

Quand’è che possiamo triturare un farmaco per facilitarne la deglutizione? Che rischio corre il malato? Ecco cosa consigliano gli esperti.

Vediamo quando e come triturare i farmaci: un’operazione solo apparentemente facile, da eseguire sempre con la dovuta attenzione.

compresse sul tavolo
Nursenews

Capita spesso che il medico prescriva farmaci sotto forma di capsule o pastiglie. Ma quando il malato fatica a deglutire, somministrarglieli diventa un’impresa difficile. Tanto più quando la difficoltà ad ingerire è sopravvenuta successivamente. E così ci troviamo alle prese con medicine che la persona malata è impossibilitata a mandare giù.

Come prima cosa da fare c’è quella di cercare di capire, insieme al medico curante, se c’è un’alternativa alle pastiglie da ingerire. Magari sotto forma di sciroppo o in gocce, o anche in pastiglie orosolubili. Non sempre però la sostituzione è possibile se le cause farmaceutiche producono la medicina soltanto in quel formato.

Compresse, come somministrarle a chi non può deglutire

Archiviata la prima e più logica alternativa – sostituire le pastiglie con un farmaco alternativo – non ci resta che un’altra carta da giocare: triturarle. Bisogna prestare attenzione però, perché quella che appare una operazione facile o di routine non sempre si rivela tale. Ad esempio, se le capsule sono molli non possiamo spezzettarle. In questo caso però c’è sempre l’alternativa: le capsule rigide si possono aprire per utilizzarne il contenuto in polvere, mentre le pastiglie si possono spezzettare o perfino polverizzare.

Superata questa fase, la cosa migliore per somministrare la pastiglia sminuzzata è miscelarla insieme a un po’ di acqua, se il malato ancora riesce a fare questa operazione. In caso possiamo ricorrere all’”acqua gel”: una preparazione appositamente studiata per rendere l’acqua in forma gelatinosa e consentire di bere alla persona ormai incapace di deglutire.

Triturare la pastiglia, come procedere

Come detto però, occorre fare attenzione: l’operazione di triturazione delle pastiglie o l’apertura delle capsule rigide va eseguita in maniera corretta. Si corre infatti Il rischio, nel farla in maniera sbagliata, di nuocere al malato. Ma anche per chi esegue l’operazione possono esserci dei rischi.

Spezzettare o svuotare può far disperdere il farmaco che dunque non verrebbe somministrato nella dose giusta al malato. Compiere queste operazioni in modalità troppo aggressiva potrebbe portare ad inalare le polveri disperse nell’ambiente. Oppure, altro rischio, il farmaco da somministrare potrebbe essere contaminato.

Dunque, come prima cosa dovremo lavarci bene le mani, predisponendo successivamente un luogo pulito dove eseguire l’operazione. Gli infermieri consigliano di utilizzare due cucchiai: la pastiglia va prima divisa in due o in quattro, poi messa tra la parte concava del primo cucchiaio e la parte convessa del secondo cucchiaio. Dopodiché si esercita una pressione per polverizzare la pastiglia. Bisogna ricordarsi di lavare le mani anche alla fine dell’operazione: una precauzione igienica che permette di non far correre rischi di alcun tipo a chi ha eseguito la procedura.

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