Vendere un rene: una soluzione disperata e con tanti rischi, c’è qualcuno che ti spinge a farlo

Ma davvero si può vendere un rene? C’è chi, per disperazione, arriva anche a prendere in considerazione un’ipotesi drastica come questa.

Ma è bene sapere cosa comporta questa pratica vietata praticamente in tutto il mondo, ad eccezione di Paesi che non brillano per essere paradisi dei diritti umani.

compravendita reni
Nursenews

Qualcuno ha coniato l’espressione di “società Frankenstein”. Un’immagine che ben si addice a un mondo dove tutto, anche i pezzi del corpo umano, diventa un “pezzo di mercato”: un oggetto da vendere al miglior offerente. Anche un organo umano, che importa?

Una delle manifestazioni più inquietanti di questa bio-economia è l’idea che, in fondo, non ci sia nulla di male a mettere in vendita anche un pezzo del nostro corpo. Un rene, ad esempio, uno dei “pezzi” più richiesti per i trapianti. Ci sono anche siti che spiegano costi, rischi e benefici, pro e contro di questa pratica. Come se ridursi a una riserva di pezzi di ricambio a uso di terzi fosse soltanto una questione legale o di rischi per la salute psicofisica. Dubbi che una volta risolti, si lascia intendere, potrebbero anche passare in secondo piano rispetto ai benefici economici derivanti dalla vendita di un rene.

Vendere un rene: rischi per la salute e non solo

Senza contare che i rischi per la salute non mancano di certo. Secondo uno studio del Journal of the American Medical Association (JAMA) il rischio di morte legato alla donazione di un rene è basso (1,6 morti su 10 mila donatori), ma comunque più alto del rischio di morte tra i non donatori (0,7 morti per 10 mila persone). Inoltre i donatori di reni sperimentano shock, fatica e spesso patiscono effetti a lungo termine dopo la procedura di espianto.

C’è poi il lato morale di una pratica del genere che, non è un mistero per nessuno, miete le sue vittime tra persone disperate e in condizioni di fortissimo disagio economico, alle quali viene prospettata una facile via d’uscita con la vendita di un organo del proprio corpo. Da qui trae origine tutto un traffico di organi sfruttato dalle mafie di tutto il mondo (in particolare nigeriana, cinese, albanese, russa, indiana, pakistana).

Una pratica vietata in (quasi) tutto il mondo

Dunque non stupisce che praticamente ovunque nel mondo la vendita degli organi sia vietata per legge. Negli Stati Uniti, per esempio, vendere un rene è illegale e può costare fino a 5 anni di prigione con una sanzione fino a 50 mila dollari.

Le eccezioni si contano sulle dita di una mano (Iran, Arabia Saudita, Yemen, Singapore) e proiettano una luce sinistra, quanto al rispetto dei diritti umani, su quei Paesi che legalizzano la compravendita di organi.

E ci sono anche Paesi, come l’India, dove donare un rene tecnicamente è illegale, ma ai “donatori” è permesso ricevere un pagamento per le relative spese (più o meno un rimborso spese). Secondo Il Guardian in India per un rene si possono ricevere anche 200 mila rupie (circa 3 mila dollari) mentre in Brasile (dove è illegale) la vendita clandestina di un rene può fruttare fino a 50 mila real (intorno ai 13 mila dollari). In alcuni Paesi si può arrivare anche a 200 mila dollari a rene.

Impostazioni privacy