Bancomat solidale per fare acquisti: 200 euro sulla carta per chi non arriva alla fine del mese

Una bella iniziativa di solidarietà che grazie a un’app e a una card ricaricabile si prefigge di aiutare le famiglie più deboli economicamente.

Che fare davanti all’avanzata inesorabile del caro prezzi che mette in ginocchio i già magri bilanci delle famiglie più povere? Chi alle fasce più deboli della popolazione tiene davvero in questi mesi si è dato da fare, adoperandosi anche con nuove idee e progetti per dare una mano a chi si trova con l’acqua alla gola.

pagamento con bancomat
Nursenews

È nata così l’idea del bancomat solidale, un progetto per permettere alle famiglie più vulnerabili sul piano economico di acquistare beni di prima necessità grazie alle donazioni. Terreno della sperimentazione è la parrocchia torinese di Santa Rita dove, grazie ai fondi messi a disposizione da chi ha meno difficoltà a sbarcare il lunario, le famiglie più in difficoltà si vedono consegnare una carta ricaricabile. Le donazioni avvengono grazie a un’app chiamata «TuCum».

A presentare lo strumento, proprio ieri, sono stati i protagonisti principali di questo innovativo progetto, cioè don Mauro Rivella, parroco di Santa Rita, Giandonato Salvia, l’ideatore di Tucum, il parrocchiano di Santa Rita Silvano Rossi e Maurizio Versaci, consigliere della Circoscrizione 2 (anche lui parrocchiano).

Bancomat solidale, quante famiglie beneficiano dell’aiuto

I quattro hanno spiegato che il progetto, partito un anno fa, aiuta attualmente cinque famiglie del popoloso quartiere (uno dei più numerosi di Torino, oltre che uno di quelli dove l’età media risulta più alta). Si parla chiaramente di famiglie che versano in difficoltà economiche. Le ha individuate la San Vincenzo con la supervisione della stessa parrocchia di Santa Rita.

A ciascuna delle cinque famiglie è stata consegnata una card, caricata ogni mese con 200 crediti (corrispondenti a 200 euro). Coi soldi della card i possessori possono acquistare non soltanto in ogni negozio del territorio, ma anche nei 14 che finora hanno dato la loro adesione al progetto Tucum. Una maniera, spiega don Rivella alla ‘Stampa’, anche per responsabilizzare maggiormente le famiglie rispetto alla consegna di un aiuto “diretto” come il classico pacco viveri. Il denaro confluito nella card proviene da due fonti, fa sapere invece Silvano Rossi: per una parte dalle «donazioni alla parrocchia» e, per l’altra, quelle giunte «attraverso l’app Tucum, scegliendo di sostenere il progetto di Santa Rita».

Progetto Tucum, non solo aiuti economici

Ma il progetto non prevede soltanto la consegna della card ricaricabile. C’è anche l’accompagnamento di un educatore che segue le famiglie per aiutarle a destinare le risorse in più per gli acquisti di beni e servizi di prima necessità. Ad esempio, nel progetto Tucum rientrano le attività come una farmacia, un fruttivendolo, un macellaio, un parrucchiere, un negozio di vestiti. Escluse naturalmente le attività dove si pratica il gioco d’azzardo. Inoltre i negozianti che hanno aderito all’iniziativa hanno accettato di praticare uno sconto su ogni articolo, in misura non inferiore al 10%.

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