Andare in pensione prima dei 67 anni è possibile ma sono in pochi a saperlo, scopri anche tu come ottenere l’assegno INPS da subito

Il lavoratore che ha maturato 38 anni di contributi con quali scivoli può andare in pensione? Le opzioni sono limitate, scopriamole.

Conoscere il solo requisito contributivo non è sufficiente. Per capire come andare in pensione occorrerà considerare altre condizioni da soddisfare.

In pensione prima dei 67 anni
Pensione (Nursenews)

Quando si avvicina il momento del pensionamento i lavoratori cominciano ad essere pieni di dubbi soprattutto volendo scegliere un’opzione che anticipa l’uscita dal mondo di lavoro rispetto la pensione di vecchiaia. L’età richiesta dal sistema pensionistico italiano è di 67 anni di età avendo maturato 20 anni di contributi. Ogni altra possibilità è una forma di pensione anticipata rivolta solamente ad alcune categorie di lavoratori.

Citiamo, ad esempio, la pensione per precoci che permette – indipendentemente dall’età, di lasciare il lavoro con 41 anni di contributi e avendo maturato almeno un anno di contribuzione prima del compimento dei 19 anni. Oltre al requisito contributivo si aggiunge un’altra condizione. Appartenere ad una delle categorie dell’APE Sociale (invalidi al 74%, caregiver, disoccupati, addetti alle mansioni gravose). Oggi vaglieremo le opzioni a disposizione con 38 anni di contributi. Più che sufficienti per la pensione di vecchiaia che resta preclusa, però, non avendo raggiunto 67 anni.

Andare in pensione con 38 anni di contributi con la cristallizzazione del diritto

L’anzianità contributiva di 38 anni può essere utile al lavoratore che ha maturato questi contributi entro il 31 dicembre 2022 compiendo almeno 64 anni entro questa data. La formula in questione è Quota 102. Ora non esiste più ma per la cristallizzazione del diritto, tutti coloro che hanno raggiunto i requisiti (64 anni di età e 38 di contribuzione) possono ancora lasciare il lavoro con questa opzione. Condizione necessaria cessare il rapporto di lavoro.

Opzione Donna per le lavoratrici

Opzione Donna è lo scivolo pensionistico anticipato rivolto alle lavoratrici che soddisferanno entro il 31 dicembre 2023 queste condizioni

  • raggiungimento dell’età anagrafica di 60 anni se senza figli, di 59 anni con un figlio, 58 anni con due figli,
  • almeno 35 anni di contributi,
  • appartenenza ad una categoria tra disoccupate (o impiegate in un’azienda che ha dichiarato lo stato di crisi), caregiver da almeno sei mesi, invalide al 74%.

Per la cristallizzazione del diritto possono lasciare il lavoro con Opzione Donna e i “vecchi requisiti” – 58 anni di età (59 per le autonome) e 35 anni di contributi – tutte le lavoratrici che hanno soddisfatto tali condizioni entro il 31 dicembre 2002. 

Mansioni pesanti e pensione con 38 anni di contributi

Possono lasciare il lavoro e andare in pensione con 38 anni di contributi i lavoratori dipendenti addetti a mansioni pesanti e rischiose (DL del 5 febbraio 2018). Il requisito anagrafico è di 66 anni e sette mesi. La pensione decorre, in questo caso, dal primo giorno del mese successivo alla maturazione dei requisiti. I lavori usuranti, invece, concedono il pensionamento a 61 anni e sette mesi con 35 anni di contribuzione (quota 97,6).

Gli addetti alle mansioni gravose, poi, come accennato possono uscire dal mondo del lavoro con l’APE Sociale (63 anni di età e 36 anni di contributi). Parliamo di un’indennità che accompagna il lavoratore fino alla maturazione delle condizioni di accesso alla pensione di vecchiaia. Non concede la tredicesima e l’importo non potrà superare i 1.500 euro. Raggiunti i 67 anni, poi, si procederà con il ricalcolo dell’assegno pensionistico.

Quota 100

Concludiamo con Quota 100, misura “scaduta” il 31 dicembre 2021. Permette di andare in pensione ai lavoratori che entro questa data hanno compiuto 62 anni di età e maturato 38 anni di contributi. La cristallizzazione del diritto blocca l’opzione, anche in questo caso, per sfruttarla gli anni seguenti fino al compimento dei 67 anni.

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