Pensioni minime, l’aumento anticipa di un anno: che notizia! | Totalmente inaspettata

Le pensioni minime sono in aumento grazie all’anticipazione dello scatto aggiuntivo previsto per il 2024. Ottime notizie per i pensionati.

Il vicepremier Matteo Salvini ha riferito la possibilità di incrementare ulteriormente le pensioni di importo più basso.

aumentano le pensioni minime
nursenews

Il Consiglio dei Ministri procederà a breve con una nuova valutazione. Sul tavolo di lavoro il progetto di aumentare i trattamenti minimi in modo sostanzioso prima del previsto. In parallelo dovrebbero crescere anche le buste paga. I cittadini sperano che tale promessa del vicepremier venga mantenuta e che i riscontri siano rapidi e realmente efficaci.

Al primo “bonus” per le pensioni minime, dunque, ne potrebbe seguire a breve un secondo. I cambiamenti sono resi necessari dall’inflazione che nel corso del 2022 ha raggiunto tassi troppo alti. Il Governo ha optato per un incremento dell’1,5% per l’anno 2023 oltre il 7,3% della rivalutazione pensionistica per tutti. Percentuale che sale al 6,4% per i pensionati di età pari o superiore a 75 anni e che nel 2024 subirà un ulteriore aumento del 2,7%. 

Pensioni minime e rivalutazione anticipata

Lo scatto del 2,7% previsto nel 2024 potrebbe essere anticipato di sei mesi. Questa l’ipotesi riportata da Matteo Salvini. Inoltre, il Governo potrebbe decidere di anticipare anche l’intervento di recupero dell’inflazione che solitamente avviene a novembre.

Progetti che interessano i pensionati ma di che cifre parliamo? L’aumento stimato è di una decina di euro al mese per 2,1 milioni di pensioni minime. Proprio l’ampio numero di trattamenti coinvolti non consente di erogare incrementi più sostanziosi. In più 3,4 miliardi di euro dovranno essere spesi dal Governo per il Decreto Lavoro. L’obiettivo è mettere in atto un nuovo taglio del cuneo fiscale.

Trattamenti pensionistici e lavoro: troppi interventi, pochi soldi

Pensioni e lavoro, per mettere in atto tutti i piani del Governo servirebbero risorse illimitate che l’Italia non possiede. I conti dovranno essere effettuati attentamente per non mettere a rischio le casse già esigue della nostra nazione. Con riferimento ai lavoratori si prevede una decontribuzione per aumentare le buste paga. A tal fine, nei piani dell’esecutivo un aumento dello sconto sui contributi INPS entro i 35 mila euro all’anno. Si tratterebbe, nello specifico, del

  • 4% invece del 3% per le retribuzioni entro i 25 mila euro,
  • 3% invece del 3% per le retribuzioni tra 25 mila e 35 mila euro.

Il ritocco auspicabile sarebbe di due punti percentuali per aumentare i benefici in busta paga ma tale decisione potrà essere presa solamente dopo aver fatto i conti tenendo conto anche degli interventi in tema di pensioni. Non è possibile, infatti, scegliere di privilegiare i lavoratori rispetto ai pensionati o viceversa. Il Governo dovrà trovare un progetto che coinvolga equamente le parti in causa e dovrà farlo a breve, entro il 1° maggio.

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