Cuore spezzato, ecco come influisce sul tuo cervello: quello che non sapevi

Che l’amore possa far soffrire non è una novità, ma cosa succede al nostro cervello quando qualcuno ci spezza il cuore? La risposta vi sorprenderà.   

Solo chi ci è passato sa quanto le pene d’amore possano essere dolorose. L’esperienza di essere lasciati, per dire, può creare un profondo buco nero dalle conseguenze durature. Un’antropologa e biologa esperta in materia, la dottoressa Helen Fisher, ha dedicato tutta la sua carriera a studiare il tema e conosce bene il motivo evoluzionistico della sofferenza da cuore spezzato. Ecco cosa succede nel nostro cervello quando veniamo rifiutati in amore e cosa può aiutare a guarire un cuore ferito.

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Il fatto che l’amore si attivi nel profondo del tronco encefalico induce a pensare che faccia parte del nostro sistema di sopravvivenza. (Nursenews.it)

Insieme alla neuroscienziata Lucy Brown, la dottoressa Fisher ha cercato di capire quale area del cervello si attiva quando soffriamo per amore, al fine di descrivere ciò che accade nel corpo da un punto di vista biochimico. 15 soggetti appena separati dalla persona amata sono stati sottoposti a uno scan cerebrale tramite risonanza magnetica funzionale. In tal modo è stato possibile individuare i più piccoli mutamenti in determinate regioni del cervello.

Quel filo sottile tra cuore e cervello

In sintesi, dove si evidenzia un’attività più intensa, c’è un maggiore bisogno di ossigeno e glucosio a fronte di un maggior afflusso di sangue. Le cavie di Fisher avevano in media 20 anni e una relazione di almeno 21 mesi alle spalle. La separazione, invece, era avvenuta in media due mesi prima. “Il fatto che l’amore si attivi nel profondo del tronco encefalico, dove risiedono i circuiti degli altri istinti vitali, ci fa pensare che faccia parte del nostro sistema di sopravvivenza“, si legge nello studio condotto dall’équipe della dottoressa Fisher.

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cuore spezzato (Nursenews.it)

In particolare, gli studiosi hanno riscontrato un’attività più intensa nell’area tegmentale ventrale, sede delle emozioni che conseguono all’orgasmo e all’innamoramento e di quella sensazione liberatoria tipica di una persona che ha appena placato la sua fame o sete. E il verificarsi di attività cerebrali di questo genere anche dopo la fine del rapporto indica le cavie erano ancora innamorate. “Probabilmente è questo il motivo per cui l’amore è così difficile da controllare. Non è colpa nostra, siamo fatti così”, si legge nello studio.  

Di qui l’importanza, in caso di rottura sentimentale, di lasciarsi al più presto la dipendenza amorosa alle spalle. “È importante non avere più niente a che fare con la persona che ci ha lasciati” sostiene Fisher, perché più entriamo in contatto con lui o lei, più il nostro sistema dopaminergico reagisce. Un po’ come l’alcolista che smette di bere ma deve far sparire tutte le bottiglie di vino e birra di casa per non stare male. C’entra quello che “è semplicemente un impulso originario” che porta a voler ottenere l’oggetto dei proprio desideri anche a livello biochimico – e dopo una separazione ancor di più.

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